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Ultimo tocco

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H

 

Smonto porte e chiavistelli
serrande azzurre contro i versi pronti
a mentire
nel delirio di un figlio cardiopatico:
per dolcezza regge appena il giorno.
Prendo un foglio bianco a penetrare
diagnosi impossibili,
geometrie che schiudono la cenere,
e tetti fenestrati ripetermi ossessioni,
un punirmi nel rinnovare sorrisi
nei tramonti sprecati.
Tutto disperde nello specchio
degli affreschi aperti alla commedia.
Un abbandono placare all'improvviso
i tuoi primi passi nelle sconosciute
strade di Londra, strade di Parigi,
neganfo ancora il tono dei cento battiti.

 

 

XXI

 

Non credo che potrò trovarti ancora
nei cieli proibiti del colore:
tu meteora che stride senza spazio né tempo,
io crudelmente impazzito in labirinti.
Sarebbe troppo umano riconoscere
il tuo profilo a me noto,
che scompare e ricompare come il lume
di una candela assassina.
Illusione la carne che è lacerata nel nulla
e mi corrompe il ricordo.
Di certo braccia e pianti sono vani
ove frana la luce ed ogni senso ha paura.

 

[ Da Ultimo tocco, Antonio Spagnuolo, puntoacapo ]

 

 

 Mariolina La Monica - 23/01/2016 00:07:00 [ leggi altri commenti di Mariolina La Monica » ]

Raccolta, questa, in cui emergono nitidi l’enormità del dolore e il rimpianto per ciò che è stato e che mai più potrà essere, in un contesto esistenziale lucido e come sospeso tra scatti d’irrazionale illogicità: “È carezza e lusinga il lieve vento / che tenta la tua ombra nel ricordo /asseconda le braccia, dissolvendo / le parole che sussurrammo bocca a bocca”, e una forma di non attesa: “Non credo che potrò ritrovarti ancora / nei cieli proibiti del colore: tu metafora che stride senza spazio né tempo, / io crudelmente impazzito in labirinti”.
Altro motivo dominante della silloge è quel tu che trascina l’ombra angosciante della persona amata e la sua assenza smisurata e mai risolta, come fosse una ferita che stenta, anzi, rifiuta il coagulo, perché ella, proprio per il fatto d’essere esistita e avere amato, rappresenta per il poeta, ancora e sempre, la bellezza, ciò che lo distanzia dalla fine, dalla follia, da quel silenzio metafisico che avvolge la casa e, soprattutto, il suo essere e lo racchiude in una sorta d’intima prigione.
Anche dal timore del porto finale a cui conduce l’esistenza, emerge, come in una sorta di sudario, il ricordo incancellabile dell’amata, il quale mai circoscrive o doma il proprio malessere esistenziale e la ricerca di lei: “Illusione la carne che è lacerata nel nulla / e mi corrompe il ricordo. Di certo braccia e pianti sono vani / ove frana la luce ed ogni senso ha paura.” E ancora, “Nulla rimane anche se cento mani / ricamano il vortice profondo che confonde / le mie parole incastrate nel mondo. […] sei stata una passione, / ora sei gesto d’estrema solitudine.”
Raccolta intimistica di grande lirismo e notevoli capacità introspettive che nulla si regala se non la verità dei sentimenti, ch’eppure, in questi sofferti versi, dona al mondo luce e bellezza da gustare a piene mani lungo questo nostro viaggio a termine, a termine per ognuno!

 Loredana Savelli - 02/11/2015 16:25:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

La seconda delle due particolarmente esatta nel dire il vero decorso delle cose. Non ci sono illusioni davanti al dolore, solo testimonianze.

 Amina Narimi - 28/10/2015 00:18:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

Tutto si raggruma attorno a quest’amore granitico, come avviene in una perla,
Il tuo sguardo circolare nelle stanze, l’ultimo accordo del soffio che ha reso il respiro, diventa un nodo che si scioglie nel silenzio che si compie in silenzio, lo stesso che ha stabilito tutta la distanza, e fiorisce con delicatezza la tua perla bagnando giorno a giorno i piedi luminosi nel buio dell’amata
Ti vedo Antonio, nonostante i muri scuri dell’esterno, dentro tua casa, celare meraviglie quando assorbi la luce dell’assenza da cui sei penetrato, con la quale colori le tue stanze e, moltiplicando gli specchi, ci doni l’incanto di una fiaba,
qualcosa che fa luce..a cui ti apri quando la senti ritornare con l’intero corpo trasparente, la tua poesia, silenziosamente, dolorosamente, nasce questa perla
tocco dopo tocco al tempio dei suoi gesti “ tutto è fermo nella fioritura” del suo passo “ delicatamente rosato”, nel cavo della mano una scrittura indelebile le sue mani affilate, come l’avessi vista ieri incidere il sorriso nella carne o “quando la notte chiede altri respiri/per non dimenticare, i colori,/ quasi tu dormissi, si perdono a distesa./ Io così mi do al silenzio del ricordo,/ contro l’oscurità che traccia uno sguardo/all’immagine che era nel sangue/…settecentotrenta volte e ancora settecento eppoi ancora non finire mai di regalarle quella “buonanotte” nel boccio di madreperla saprà sempre decifrarti “con un disegno incantato nel mistico gioco che vi lega, al di là degli istanti, nell’ultimo segreto del suo corallo

Con cura ho riposto l’Ultimo tocco tra i miei migliori amici

 Franca Alaimo - 28/10/2015 00:09:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Spagnuolo apre al lettore uno scenario interiore di dolore e memorie attraverso la tessitura di immagini ora limpidissime ora indecifrabili affidate ad una costruzione verbale vibrante ed aristocratica.

 leopoldo attolico - 27/10/2015 11:49:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Il dolente sentimento della perdita trova qui il linguaggio per rappresentarlo senza enfasi ma con le parole che merita : equilibrio fra masse e volumi , tra spazio interiore e assoluto in un gioco di rimandi che è poi caratteristico nel lavoro di Antonio Spagnuolo , da sempre .
Grazie
leopoldo -

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